IDENTIFICAZIONE ELETTRONICA

 

Se ne parla ormai da qualche anno, ma l'identificazione elettronica, la possibilità di identificare in modo univoco e assoluto per mezzo di un microchip un animale, non ha ancora preso piede in Italia. Nonostante questo, in alcune regioni è già una realtà. In Francia, il sistema di identificazione elettronica dei cani è diventato operativo dal luglio scorso, anche se rimane valido contestualmente il tatuaggio. Si tratta di uno dei primi passi verso l' armonizzazione a livello europeo, destinato a uniformare le regole per il riconoscimento sicuro e univoco degli animali domestici. In Belgio, l'80% dei cani è dotato di microchip, così come in Olanda, mentre in Germania sembra che ormai il tatuaggio sia stato abbandonato a beneficio del sistema elettronico.

 

L'impianto di un microchip a scopo identificativo viene eseguito per mezzo di un "impiantatore" (molto simile a una siringa) a livello sottocutaneo e in modo assolutamente indolore. La pratica viene effettuata da un veterinario senza utilizzo di anestetico, salvo casi in cui è necessario sedare soggetti particolarmente aggressivi. La localizzazione dell'impianto può essere interscapolare (tra le spalle ), come avviene in Inghilterra, oppure nella regione laterale sinistra del collo.

Il microchip prende anche il nome di "transponder": può avere una dimensione variabile da lO a 13 mm di lunghezza e 2 mm di diametro. Contiene in formato elettronico un codice unico e inalterabile di quindici cifre, a cui si associa un condensatore e un ' antenna, il tutto avvolto a costituire una capsula dai profili arrotondati, che è in grado di impedire migrazioni verso altri distretti del corpo.

Quando si avvicina alla zona di impianto un lettore compatibile con il tipo di transponder utilizzato, è possibile leggere sullo schermo a cristalli liquidi il codice identificativo per mezzo di un'onda elettromagnetica che proviene dal microchip. Al numero identificativo, saranno obbligatoriamente collegati per via informatica tutti i dati relativi al cane e al suo proprietario: nome, cognome, indirizzo e telefono dell ' allevatore, nome, data di nascita e sesso dell'animale.

Esistono sul mercato alcune aziende che hanno avuto l'autorizzazione a commercializzare i microchip e i relativi lettori per l' identificazione elettronica dei cani. Tutti gli apparecchi devono rispondere alle norme europee ISO. I lettori si differenziano per una diversa distanza di lettura o per la capacità di immagazzinare dati.

Se il tatuaggio ha avuto il merito di essere stato un sistema identificativo semplice e alla portata di tutti, non si possono dimenticare alcuni grossi difetti che lo caratterizzano:

l'inaffidabilità nella lettura soprattutto dopo alcuni anni, la falsificazione relativamente facile, la difficile lettura negli animali aggressivi e, talvolta, la non uniformità con altri Paesi stranieri.

 

I VANTAGGI

 

I vantaggi di questo sistema sono piuttosto evidenti. L'impianto è indolore e immediato e viene realizzato una sola volta; la lunga durata (maggiore di quella dell'animale) e la resistenza del transponder ne assicurano l'alta affidabilità. L'impianto può essere effettuato in qualsiasi momento nella vita dell'animale: a qualsiasi età, in qualsiasi condizione, senza alcun tipo di rischio. La lettura del numero identificativo è univoca e non può essere falsificata. I cani aggressivi e inavvicinabili potranno essere identificati a distanza di sicurezza, ponendoli semplicemente in una gabbia o in un corridoio di contenzione, dal momento che il lettore deve semplicemente avvicinarsi all'animale, senza nemmeno toccarlo.

 

SICUREZZA ASSOLUTA

 

L'impianto di un microchip nel sottocute di un è privo di effetti secondari.

La capsula di rivestimento è concepita per evitare qualsiasi tipo di reazione di intolleranza, inoltre viene trattata in modo che stimoli il fenomeno dell'incistamento, una reazione dell' organismo che favorisce l'incapsulamento dell'impianto e la sua totale attività. Questo trattamento è finalizzato a impedire migrazioni anomale del transponder, affinchè il punto di inoculazione rappresenti anche la sede finale dell' impianto. Probabilmente,  l'unico inconveniente legato a questo sistema potrebbe essere dato dal fatto che non c'è una visibilità immediata e che perciò cani che sono provvisti di questo congegno identificativo potrebbero sembrare a prima vista animali randagi. Alcuni cani di proprietà e dotati di impianto elettronico potrebbero venir adottati, seppur in buona fede, perchè non si dispone di un lettore apposito o perche non viene presa in considerazione questa eventualità. 

 

Se l'identificazione elettronica degli animali serve soprattutto a rintracciare animale e proprietario per mezzo di un codice, bisogna anche riflettere sul  fatto che questa metodologia apre la strada verso la creazione di un archivio elettronico che consenta l' immagazzinamento di un enorme quantità di dati. Si pensi solo alla possibilità di registrare sul microchip non solo i dati identificativi dell'animale e del proprietario, ma tutti quelli relativi alla vita del cane: iscrizione ai libri genealogici, passaggi di proprietà, premi e riconoscimenti ricevuti, genealogia, ecc. Inoltre sarà possibile registrare anche i dati relativi a tutti gli aspetti sanitari del soggetto: vaccinazioni, trattamenti, interventi chirurgici, ecc. Tutto ciò potrà essere visualizzato al computer dopo aver semplicemente fatto passare il lettore vicino alI' animale. L' allevatore potrà disporre di dati certi su tutti i soggetti, di quelli che entrano ed escono dal suo allevamento in modo semplice e immediato. Il veterinario non dovrà più richiedere il libretto sanitario del cane, ma gli basterà passare il lettore vicino al transponder per avere sullo schermo del proprio computer tutta la storia sanitaria del soggetto.

Gli sviluppi di questa tecnologia cambieranno sicuramente le abitudini degli allevatori, snellendo tutte le procedure burocratiche, quelle di trasporto e l' esportazione degli animali, assicurando un miglior controllo dei soggetti sotto ogni profilo ed evitando frodi e inganni legati alla contraffazione del numero di identificazione. Si spera che in Italia ci si adegui a livello nazionale a questa metodologia, per uniformarsi al più presto agli altri Paesi europei.