ALIMENTAZIONE E OBESITA’

 

L'obesità è una patologia che si osserva frequentemente nei carnivori domestici e in particolar modo nel cane. Per far fronte a questo problema è necessario ricorrere a una duplice terapia: una di tipo comportamentale e una prettamente dietetica.

 

L' obesità può essere definita in due modi. Nell'uomo è una malattia che indica un aumento del peso corporeo che supera del 15% il peso ottimale. Per analogia e per facilità di descrizione, la medesima definizione è stata applicata anche al cane e con il termine di cane obeso si è soliti indicare quei soggetti che pesano più del 15% del loro peso ideale.

Talvolta è lo stesso proprietario può fornire indicazioni utili circa il peso iniziale dell ' animale, prima che quest'ultimo diventasse obeso.

In altri casi, l' animale è sempre stato obeso: fin dalla pubertà, infatti, ha mostrato segni di questa anomalia che, con il trascorrere del tempo, si è resa sempre più marcata. In questo caso è difficile avere un termine di paragone. La definizione per così dire "matematica" di obesità sembra essere poco interessante in medicina veterinaria, e per questo motivo l' obesità viene definita uno stato patologico caratterizzato da un eccesso di depositi lipidici,responsabili delle modificazioni di diverse funzioni corporee.

 

INCIDENZA E DIFFUSIONE

 

Alcuni studi hanno dimostrato che l'incidenza di cani obesi che vengono portati in visita presso gli ambulatori veterinari varia da124% al 44%, in base agli autori, ai criteri di definizione della malattia e alle regioni geografiche Studi epidemiologici mostrano che la frequenza dell ' obesità aumenta con l'età dell'animale, ma anche con quella del proprietario. Inoltre, un sovrappeso osservato in età giovanile è frequentemente riscontrato anche nell' adulto. Oltre ad alcune cause abbastanza note, come la castrazione o la mancanza di esercizio, gli studi sottolineano che esistono fattori sociali che influenzano tale patologia. La relazione proprietario- cane obeso sembra caratterizzata, per esempio, da un atteggiamento antropomorfico molto accentuato: i proprietari degli animali obesi parlano frequentemente con i loro cani accettano che l' animale salga sul loro letto e considerano l' esercizio fisico poco importante.

È palese che in queste situazioni gli animali obesi ricevono più frequentemente cibo fuori pasto e alimenti poco adatti. In alcuni casi, è stato anche osservato che gli stessi proprietari, già obesi, soddisfavano ogni richiesta dell'animale con offerte di cibo.

 

VALUTAZIONE DEL GRADO DI OBESITA’

 

Uno dei problemi più difficili che si presenta alI' allevatore è quello di valutare il grado di obesità di un soggetto, soprattutto quando il suo peso ideale è sconosciuto. La valutazione dell ' obesità può essere effettuata attraverso semplici criteri che qui di seguito citiamo: importanza e valutazione dei depositi lipidici, visibilità della struttura scheletrica, aspetto del profilo dell ' animale.

 

 

EZIOLOGIA E PATOGENESI

 

Lo studio delle curve ponderali ( cioè l'andamento del peso visto in chiave grafica) permette di distinguere due fasi nel processo di genesi dell'obesità: una prima fase, detta dinamica, e una successiva, detta statica. La prima fase può prendere in considerazione mesi o addirittura anni ed è caratterizzata da un apporto energetico superiore al bisogno dell'animale. Questo eccesso di energia viene quindi accumulato sotto forma di grasso, che provoca

l'aumento di peso. Con la fase statica, il sovrappeso raggiunto in precedenza viene mantenuto e l'animale si stabilizza. In questa fase il cane può presentare un appetito normale o addirittura diminuito. Ciò spiega il

fatto che si possano frequentemente osservare cani obesi che non mangiano così come ci si aspetterebbe. Sono inoltre poco inclini al movimento e alI' esercizio fisico, fatto che facilita ulteriormente il loro stato di obesità. Le cause di questa forma patologica vengono di norma distinte in cause non alimentari e cause alimentari.

Nel primo gruppo troviamo i bisogni alimentari ridotti, cause genetiche e la mancanza di esercizio fisico. In tutti questi casi il problema è quello di calcolare i bisogni energetici dell'animale. Una semplice equazione consente di valutare le necessità energetiche moltiplicandole per il peso dell'animale espresso in KgO,75. Si tratta di una formula efficace, ma pur sempre empirica.

Anche alcuni fattori legati al tipo di metabolismo e al rapporto massa magra/massa lipidica influenzano i bisogni energetici quotidiani di un animale. In pratica quindi, in un animale adulto l 'alimentazione dovrà adattarsi allo scopo di mantenere un peso costante del soggetto. Alcune cause alimentari sono invece state ben identificate

come fattori di obesità: alimentazione somministrata senza considerare i fabbisogni nutritivi del soggetto, alimenti fuori pasto e ad ogni minima richiesta del cane, distribuzione di cibo molto appetibile e ricco in grassi e zuccheri. I proprietari di cani obesi interpretano generalmente un buon appetito del proprio animale come segno di buona salute, inducendoli a offrire altro cibo e aggravando, di conseguenza, la situazione. Un altro comportamento da vietare è anche quello di utilizzare l' alimento come elemento di distrazione per evitare danni o distruzioni causate da animali non sorvegliati e inclini a tali comportamenti. Risulta chiaro che le cause prettamente alimentari

dell' obesità sono soprattutto imputabili al proprietario dell' animale, il quale deve essere informato circa i reali bisogni nutrizionali del proprio cane.

 

ALIMENTAZIONE E OBESITA’

 

Il trattamento del cane obeso è un problema che coinvolge molti proprietari e allevatori di cani, che però, spesso, ne ignorano l' approccio. L' obesità, infatti, deve essere trattata da più fronti, non solo da un punto di vista alimentare, ma anche psicologico e motorio. E ciò che vedremo più in dettaglio qui di seguito, dove analizzeremo anche i possibili rimedi da mettere in pratica.Il trattamento dell'obesità nel cane si basa su tre punti fondamentali: l'approccio psicologico da parte del proprietario, l' esercizio fisico e il trattamento dietetico dell'animale. I trattamenti chirurgici sono ancora troppo rari nel mondo animale e non è quindi il caso di dilungarci troppo.

 

L' APPROCCIO PSICOLOGICO

 

Si tratta di un trattamento completamente a carico del proprietario, che costituisce una tappa essenziale nella soluzione del problema. L'approccio psicologico ha lo scopo di motivare il proprietario circa il corretto comportamento che egli deve (o dovrebbe) tenere con il proprio cane, da un punto di vista alimentare.

 

L'ESERCIZIO FISICO

 

L'attività fisica ha lo scopo di aumentare il dispendio energetico e di rafforzare le masse muscolari. L'aumento dell'attività fisica in un cane obeso deve essere eseguita in modo regolare; per esempio, si può iniziare con una semplice passeggiata giornaliera di 30 minuti, che può essere divisa in due volte. Dopo una o due settimane, è possibile aumentare il periodo di esercizio, facendo brevi corse.

L' effetto della riduzione ponderale associata all ' esercizio fisico migliora in genere la resistenza dell ' animale e ciò incoraggia ulteriormente il proprietario negli sforzi.

 

IL TRATTAMENTO DIETETICO

 

In genere due sono le tecniche che vengono messe in atto per la riduzione ponderale del cane obeso: il digiuno controllato e la restrizione calorica. Il digiuno controllato è applicabile solo a condizione che l' animale non presenti patologie concomitanti, come un'insufficienza epatica o il diabete. Si applica il digiuno solo in animali molto gravi, in quanto è una pratica che deve essere monitorata sotto l' attenta sorveglianza di un veterinario. Ecco perchè in questi casi si preferisce ospedalizzare l' animale per il periodo necessario. Durante il trattamento, al cane verranno esclusivamente offerti dei pasti strettamente controllati, soprattutto a base di minerali e vitamine. È chiaro che tale trattamento ha una durata molto limitata nel tempo e serve unicamente nei casi in cui la gravità della malattia è tale per cui il proprietario non può intervenire. La restrizione calorica invece è il vero approccio dietetico per la maggior parte dei cani affetti da obesità. Prima di tutto, sarà necessario stabilire con il veterinario il protocollo alimentare che dovrà essere strettamente seguito. In genere, la razione di un cane obeso apporta il 40-60% circa dei suoi fabbisogni alimentari di mantenimento, ma il vero problema è quale tipo di alimento usare. Sovente infatti, il proprietario riduce semplicemente la quantità della normale razione che da sempre ha distribuito al suo animale, non sapendo che con ciò otterrà ben pochi risultati. L'animale privato della sua normale quantità di cibo diviene nervoso e talvolta arriva a sviluppare un comportamento aggressivo, abbaia, tenta di rubare alimenti in casa, ecc. Sarà, quindi, necessario adottare una dieta che tenga in considerazione lo stato della malattia, apportando la giusta misura gli elementi necessari al corretto mantenimento e non eccedendo in quelli che invece favoriscono i depositi lipidici. Sebbene la modalità di distribuzione e la composizione del regime ipocalorico delle diete per cani obesi - sia un tema ancora controverso, alcuni punti importanti sono comunque unanimamente riconosciuti.

La diminuzione dell'apporto calorico della dieta (restrizione calorica) deve aggirarsi attorno al 40-60% dell'energia necessaria al mantenimento del peso ideale del cane. Se dopo lo 2 settimane di trattamento il peso non diminuisce, si dovrà ridurre ulteriormente la razione. Chiaramente si dovranno eliminare tutte le "ricompense alimentari" del cane. Qualora si ricorra ad alimenti commerciali destinati al trattamento dell' obesità, si dovrà optare per quelli che presentano una bassa densità energetica, cioè a parità di peso devono contenere meno energia. Gran parte di tali alimenti vengono arricchiti di fibre alimentari per raggiungere lo scopo.

Le fibre infatti costituiscono degli elementi di diluizione degli alimenti classici, permettendo di diminuirne la densità energetica. Un alimento classico di mantenimento ha per esempio una densità energetica di 3500-4000 Kcal per ogni kg di sostanza secca, mentre un alimento per cani obesi dovrebbe avere una densità energetica di circa 2500 Kcl per ogni kg di sostanza secca.

Ma le fibre costituiscono anche degli alimenti poco appetibili per il cane, ecco perchè la riduzione delle materie grasse della dieta quotidiana, pur essendo sempre raccomandata, proprio per diminuire la densità energetica dell' alimento, deve comunque avere un limite: il tasso di grassi infatti deve essere sufficiente a mantenere una buona appetibilità dell'alimento e ad apportare un ' adeguata quantità di acidi grassi essenziali. Alcuni fabbricanti associano le fibre cosiddette insolubili a un basso tenore di materie grasse, formulando degli alimenti ipocalorici detti HF-LF (High Fiber Low Fat diet) che ben si conformano alle esigenze dei cani obesi. Tali alimenti contengono spesso anche corrette quantità di proteina e alti livelli di minerali al fine di compensare eventuali diminuzioni di digeribilità dell'alimento. Un altro importante accorgimento infine è quello di distribuire i pasti in almeno 3-4 razioni giornaliere, che devono rappresentare insieme la somma dei fabbisogni quotidiani totali. Tale frazionamento aiuta la digeribilità e il transito intestinale, oltre che ridurre il senso della fame dell'animale.

Il trattamento del cane " obeso si basa su tre approcci: psicologico, esercizio fisico e dietetico.