In uno stato morboso la diagnosi avviene per
mezzo dell'osservazione dei sintomi e si procederà perciò a un accurato esame
generale del soggetto, in seguito al quale si coordineranno e vaglieranno i
segni rilevati, in modo da ottenere una traccia che consenta di giungere così
all'identificazione della malattia.
Prima di
dare inizio all'esame del paziente si cercherà di stabilire come si svolgono le
funzioni fisiologiche il cane è stitico oppure ha la diarrea; riesce a orinare
o tenta solo di farlo; ha o meno appetito e se ci troviamo in presenza di
alterazioni di altre funzioni ( vomito, tosse, irrequietezza, ansito ). Inoltre
sarà opportuno prendere la temperatura e sentire il polso.
Proseguendo
l'esame si osserveranno gli occhi, il naso, la bocca, si palperanno lo stomaco
e l'addome e, da ultimo, si farà camminare il cane affinchè riveli qualsiasi
eventuale difetto di deambulazione: tirate le somme si potrà formulare una
diagnosi sia pure approssimativa ma estremamente utile nell'eventualità di un
intervento del veterinario al quale andranno esposti i risultati delle
osservazioni.
La malattia
può avere decorso breve, nel qual caso sarà letta acuta, o molto prolungato nel
tempo e verrà detta cronica, termine di cui a volte erroneamente il profano si
serve per indicare malattie inguaribili. Per combatterla si ricorre a un
insieme di mezzi curativi artificiali in aiuto all'opera della natura che
spesso esplica un'azione assai potente.
Possono
essere somministrati allo stesso modo dei cibi liquidi oppure con il sistema
della tasca formata dal labbro. Per far ciò occorre essere in due: mentre una
persona afferrata la testa con la destra la tiene sollevata verso l'alto e con
la sinistra spinge in fuori e verso l'alto, tenendolo fermo, l'angolo formato
dalle due labbra, l'aiutante, nella tasca così formatasi, verserà con un
cucchiaio il liquido da somministrare.
Se la polvere non ha aroma troppo forte o non
è troppo amara il miglior modo è quello di aprire la bocca del cane e versarla
direttamente in fondo alla lingua.
Per aprire la bocca del cane si afferra la
mascella superiore con la mano sinistra e con la punta delle dita si spingono
deli- catamente le guance fra i denti dopodiche, sollevata la testa, si potrà
procedere alla somministrazione. Nel caso di polveri dal gusto particolarmente
sgradevole è invece consigliabile stemperarle in un alimento liquido invitante
o includerle in una pal- lottola di burro.
Una volta aperta la bocca si lasciano
cadere il più possibile in fondo spingendo con l'indice dentro la gola; si
richiude poi subito la bocca e la si tiene chiusa finche il cane non abbia
deglutito.
Sorvolando sulla procedura per la preparazione
della siringa e la disinfezione, ci limiteremo solo a raccomandare che una
volta aspirato il liquido ci si assicuri, tenendo l'ago rivolto verso l'alto e
spingendo lo stantuffo sino a quando non compare una piccola goccia di liquido,
che la siringa stessa non contenga aria.
Per praticare
un'iniezione sottocutanea si sceglie in genere una parte del corpo dove non vi
siano ossa, come la regione lombare, a destra o a sinistra della colonna
vertebrale, oppure la faccia interna delle cosce.
Dopo avere
disinfettato bene la parte con alcool o etere si pizzica la pelle con il
pollice e l'indice della mano sinistra e con la destra si infigge l'ago nella
piega prodotta spingendo decisamente ed esercitando una pressione costante
sullo stantuffo. Si massaggia poi delicatamente per facilitare l'assorbimento
del liquido. Analogamente si opera nelle iniezioni endomuscolari affondando,
però, in questo caso, l'ago nei muscoli, di preferenza quelli della natica,
tenendo l'animale in piedi o coricato.
Praticato nei casi di stitichezza e
nelle occlusioni intestinali, può venire effettuato, per cani di piccola e
media taglia, con una normale pera di gomma.