CENNI STORICI: LA NASCITA DELLA RAZZA DEI BOXER.

 

Il Boxer fornisce forse il più interessante esempio di quanto possa fare l'uomo nell'evoluzione della specie canina: si tratta di una razza assai giovane, ma che in breve volgere di tempo si è affermata su larghissima scala per le sue doti molteplici e prodigiose. Le orogini del Boxer risale a una settantina di anni fa, mentre le sue origini non vanno più in là nel tempo, della metà del secolo scorso, quando un gruppo di cinofili bavaresi cercò con successo di ottenere dall’incrocio del Bullenbeisser, un cane già noto, forse usato come cane da mandria (il suo nome letteralmenfe significa morsica-tori), con altre razze e con il Bulldog inglese in particolare, un nuovo tipo di cane, dalle caratteristiche anatomiche eleganti ed omogenee, che si accompagnassero al coraggio, alla potenza e all'intelligenza.

Non è da credere che al Boxer, come a tutte le altre razze canine, manchino progenitori nobilitati dalla iconografia storica, ma si tratta in questo caso di cani che possono vantare soltanto un apporto di sangue alla costituzione del Boxer moderno, op- pure una rassomiglianza dei tratti soffiatici, senza che si sappia con esattezza quale ruolo abbiano avuto nell'evoluzione della specie.

Su una tomba nella Liebsfrauffi Church di Arnstadt c'è, ad esempio, la scultura di un cane assai rassomigliante al Boxer , steso ai piedi dell'effigie di Elisabetta di Hohenstein, moglie del conte Gunther XXV di Schwarzburg, morta nel 1368. A quei tempi gli scultori di pietre tombali usavano porre, come simbolo di fedeltà, alcune figure canine, alla base dei monumenti di donne di alto lignaggio maritate, così come sulle tombe dei loro mariti venivano raffigurati dei leoni a testimoniare del loro coraggio e della loro forza. Più tardi, nel 1600 abbiamo diverse sculture raffiguranti Bullenbeisser, i quali sono considerati esempi dei primi progenitori del tipo attuale. Nello stesso periodo, compaiono in alcuni arazzi fiamminghi dei cani simili ai Boxer in scene di caccia al cervo e al cinghiale.

Solitamente i Boxer vengono considerati cani di origine germanica, ma vi sono buone ragioni per ritenere che già qualche secolo fa essi, o meglio i loro progenitori, venissero impiegati per la caccia anche in Italia, in Francia e nei Paesi Bassi. In effetti l'allevamento dei cani era un tempo esclusivamente una prerogativa dei nobili. I feudatari cambiavano assai spesso le loro sedi ed è assai probabile che portassero con se i cani di miglior rendimento nella caccia, così come i cani assai spesso facevano parte dei bottini di guerra, o rappresentavano doni che i signori si scambiavano in pegno di pace e di alleanza: ecco perchè è assai difficile stabilire con esattezza dove una razza sia comparsa la prima volta.

Si possono poi avere delle evoluzioni parallele, anche se del tutto casuali; proprio nel caso del Boxer, esiste e con buona diffusione, nella Francia meridionale, un cane, il Bouledogue du Midi, che presenta moltissime caratteristiche analoghe a quelle del Boxer e che pare abbia tratto origine dal Douge de Bordeaux assai simile al mastino tibetano; la somiglianza dei risultati potrebbe far pensare alla derivazione da un ceppo comune, anche se in luoghi diversi e ad opera di selezionatori che nulla avevano In comune.

Il termine Boxer deriva dall'inglese moderno (forse dal caratteristico atteggiamento di questi cani nell'accogliere il padrone, accucciati sul posteriore e con le zampe anteriori sollevate e in movimento, quasi in atteggiamento da pugilatore), ma nel pas. sato questi cani venivano designati con nomi che facevano un preciso riferimento ai compiti cui erano assegnati, e se anche tali nomi non sono strettamente applicabili ai Boxer, essi ci forniscono interessanti elementi sulla storia della razza: Biirenbeis- ser o morsicatore di orsi, Biiffelbeisser, o morsicatore di bufali.

Risulta difficile credere al suo impiego nella caccia all'orso, dal momento che gli antichi esemplari non avevano la mascella inferiore prognata e che quindi ben difficilmente potevano azzannare una tale preda; può darsi però che essi fossero impiegati in muta per stanare e anche uccidere i plantigradi, come pure cinghiali e cervi. Oppure, conoscendo la crudeltà dei tempi, è possibile anche che il fascino di questo "sport" consistesse nell'assistere alla mutilazione e alla morte dei cani che attaccavano.

Più appropriato appare il riferimento a bufali e tori: il cane era particolarmente dotato per azzannare queste bestie ai garretti e tenerle quindi raggruppate, dando grande aiuto ai mandriani e permettendo loro di compiere con gli armenti spostamenti più rapidi. Anche per il Boxer quindi, un passato di lavoro e di vita trascorsi alle intemperie in condizioni assai difficili che certamente influisce sulle tante doti positive che manifesta oggi la razza.

Ma tralasciamo la "storia antica", fatta purtroppo il più delle volte di ipotesi e di supposizioni, per arrivare ai fatti concreti di quella rete, tanto recente che potrebbe quasi dirsi cronaca. Gli esordi del Boxer come cane da esposizione avvennero a Mo- naco di Baviera dove già dalla metà del XIX secolo si allevavano cani ottenuti, come abbiamo accennato, da incroci del Bullen- beisser, e si ottennero i risultati migliori con l'apporto del Bulldog inglese, allora molto più somigliante all'attuale Bull- terrier, anche se assai più pesante.

È probabile che incroci del genere fossero stati tentati fin dal 1870 nello sforzo, in parte riuscito, di migliorarne l'aspetto ottenendo una testa quadrata e un corpo più agile e di moderarne l'eccessiva aggressività, che si era manifestata, forse come risveglio di un istinto, in molti soggetti di primitivo allevamento. In ogni caso la prima prova concreta di un effettivo progresso fu ottenuta nel 1890, come ricorda uno studioso americano, il John, incrociando un Boxer di Monaco con un Bulldog a strisce bianche: si ottennero soggetti dal mento fortemente sviluppato, dall'orecchio attaccato alto e dall'ossatura robusta. Rimanevano a questo punto (gli allevatori seguivano un disegno ben preciso) da ottenere un mantello dai colori desiderati (fulvo o tigrato) senza eccesso di bianco, una sagoma meno pesante e una maggiore agilità: si provvide a ciò con l'accoppiamento di cani non consanguinei e, ne11894, il prodotto di questa selezione, assai migliorato, trovò convinti sostenitori nei signori Roberth, Konig e Hoppner, che nel giro di due anni riuscirono a costituire il primo Boxer Club, dopo che nel 1895 per la prima volta un Boxer, Flocki figlio di Tom e di Alt Scheckin, aveva partecipato a un'esposizione canina dedicata ai San Bernardo, proprio a Monaco di Baviera.

Solo pochi mesi dopo si tenne una esposizione dedicata soltanto ai Boxer, che vide il signor Konig in veste di giudice: in quella sede prese maggior vigore la tendenza a eliminare dalla razza alcune delle caratteristiche del Bulldog che mal si conci- liavano con il quadro ideale, conservandone altre come la mascella rientrata, lo stop  e l'incavo basso nel muso, solitamente chiamato "piatto", che sono ancor oggi presenti in tutti i buoni esemplari. Per quanto riguarda il mantello, l'eliminazione del bianco, a favore del tigrato o del fulvo, trovò nuovi sostenitori, ma non si mossero obiezioni per il torace e le zampe bianche, mentre grande cura venne rivolta alla stabilizzazione del peso, affinchè la razza non risultasse ne troppo pesante ne troppo leggera e non si potesse più dire, come fino ad allora, che il Boxer aveva tre categorie di peso (d'altra parte se si ammettono le somiglianze con il Mastino e una comune discendenza, si rilevano facilmente le difficoltà di questa stabilizzazione: il Mastino odierno raggiunge i 70 kg, mentre il Boxer è di poco sopra i 30 ).

Nel 1904 i pionieri di Monaco avevano raccolto tanti proseliti, che fu possibile compilare il primo registro genealogico (Flo-

ki fu naturalmente il primo iscritto) e fondare un periodico, il Boxer, Blatter, , e nell'anno successivo si stabilirono i dati tecnici della razza, ancora oggi vigenti, pur dopo una revisione compiuta nel 1920 e alcune clausole introdotte nel 1925 (esclusione dei Boxer bianchi o neri) e nel 1938 (quelli a grandi macchie).

Nel 1914 intanto era scoppiata la guerra e per ciò che riguarda i cani, venne ripresa la vecchia abitudine di addestrarli per scopi bellici; furono impiegati soprattutto i cani da pastore tedeschi, ma anche molte altre razze si rivelarono eccellenti come ausiliarie: gli Schnauzer, i Dobermann, gli Airedale e i nostri Boxer, di cui ne vennero addestrati una sessantina.

Dopo la guerra, visto gli ottimi risultati ottenuti, i Boxer trovarono posto nelle forze di polizia: la loro agilità, il fiuto eccezionale, il loro immediato percepire, la loro intelligenza e docilità così ben equilibrate con il coraggio e la controllata aggressività li fecero apprezzare moltissimo come ausiliari delle forze dell'ordine, mentre il loro incedere elegante e fiero, quasi ari- stocratico, il loro spirito sportivo, la loro valentia nella custodia della casa e nella difesa delle persone, il loro particolare attaccamento ai bambini, da cui sopportano con serenità ogni sopruso e di cui sono difensori, custodi e amici impareggiabili, la loro pulizia e la loro adattabilità, ne favorirono enormemente la diffusionè.

In America i Boxer apparvero nel 1903, ma ci vollero undici anni per ottenere il primo campione americano, da allora però le iscrizioni all' American Kennel Club divennero sempre più numerose e oggi il Boxer è una delle razze più diffuse. Anche in In- ghilterra la razza tardò ad affermarsi, soprattutto perchè, dopo la prima guerra mondiale, l'attenzione generale era rivolta al pastore tedesco, e raggiunse una effettiva diffusione solo negli anni trenta seguita però da una eclissi nel periodo bellico (comune in Gran Bretagna un po' a tutte le razze di origine germanica). Tuttavia l'avanzata degli Alleati in Germania nel '45 portò per la prima volta molte persone in contatto diretto con il Boxer. Le sue qualità gli guadagnarono molte simpatie e molti

amici fra le truppe e subito dopo la fine della guerra l'importazione in Inghilterra aumentò e la gente si accorse ben presto di quante buone ragioni esistessero per adottare questo cane che è oggi tra i più diffusi e il cui standard nel '46 è stato modificato basandosi su quello originale tedesco.

In Italia sono assai numerosi gli amatori del Boxer e nel volgere di pochi anni, i nostri allevatori, che perseguono soprat-

tutto l’omogeneità del tipo, hanno portato la razza su di un piano di indiscussa superiorità internazionale.